Ieri, un manifestante nella via dell’ambasciata americana a Mosca, ha percorso decine di chilometri avanti e indietro per mostrare un manifesto “USA! Tieni le mani lontane dal Rus!” poi di seguito “Libertà! Patria! Putin!”. La paranoia è una modalità rigida di pensiero che spinge chi ne soffre a non fidarsi di nessuno, tranne che di se stessi e a dubitare di tutti. I temi di base dei pensieri paranoici sono orientati alla diffidenza e alla sospettosità, e in particolare a cosa gli altri pensino di lui e a come stiano tentando d’ingannarlo. La paranoia è contagiosa e si diffonde da persona a persona con la velocità di un’epidemia, e, se le autorità convogliano i pensieri paranoici attraverso le onde radio televisive, c’è poca speranza di sfuggire al contagio.
La diffidenza, il sospetto, la rissosità che permea e inquina i rapporti tra le persone, le accuse che acriticamente e in modo stereotipato uno rivolge all’altro, la negazione della possibilità di un dialogo che non si traduca in un alterco o in un pubblico dileggio, accompagnata dalla proiezione sistematica sull’altro delle responsabilità di programmi disattesi, dimostrano quanto gli aspetti, appunto paranoicali, siano operanti nel tessuto sociale attuale russo. Senza ascolto e comprensione non può esserci riparazione e superamento della crisi. Non si tratta quindi di applicare la politica alla psichiatria, ma la psichiatria alla politica, mettendo il suo sapere al servizio della polis.
Questo “virus della paranoia” è già in azione, circola nella vita dei cittadini russi, amplifica la diffidenza dello Stato nei confronti degli altri Stati, principalmente occidentali, coinvolgendo nello stesso processo i suoi sudditi che, a loro volta, ricambiano diffidenza e sospetto. E la Storia ci ha tragicamente insegnato che il passaggio, a volte indolore, dallo Stato di diritto a quello paranoico, non è improbabile. Un paranoico non è un pazzo; ma è semplicemente una persona ossessionata da una sola e prevalente idea, che categorizza subito come un nemico chi non la condivide.
Sono stato a Mosca circa un mese fa dove ripetutamente ho osservato un curioso fenomeno: mi sono seduto a chiacchierare in un bar con persone apparentemente normali, ma, quando un cameriere ha acceso un mega televisore piazzato su una parete del locale e questi ha iniziato ha divulgare notizie sull’Ucraina, gli occhi dei miei vicini sono diventati d’un tratto fissi, le persone si muovevano sulla sedia disarmonicamente, temporeggiavano prima di sorseggiare qualcosa, hanno cominciato a blaterare incoerentemente parole senza un nesso logico:”giunta”, “fascisti” e “l’uccisione dei russi”. Dopo circa un 15 minuti, finito il notiziario e partito un programma di musica nazionale, le persone sedute, altrettanto rapidamente, sono tornate la gente comune di prima, impegnate in una educata conversazione. Nella mente di una persona paranoica, le cose apparentemente incongrue si fondono in quello che lui vede come una visione coerente del mondo, diventa cieco alle incongruenze e si rifiuta di discuterne.
Non capisco come il popolo russo non riesca a vedere come le contraddizioni contenute nella propaganda ufficiale siano in aumento ogni giorno: da un lato, tutti capiscono che i soldati russi stanno facendo delle gesta eroiche nell’ostile Ucraina; ma se il presidente nega la loro presenza sul suolo straniero, allora le loro segrete imprese sembrano in un qualche modo superiori a qualsiasi altra azione eseguita senza ipocrisia: Ben fatto! Bravo!
D’altra parte, le news della televisione controllata dallo Stato incoraggiano gli spettatori a provare della giusta rabbia per le accuse occidentali, che definiscono la Russia come coinvolta nella guerra: dopo tutto, sostengono, l’Occidente ancora una volta sta cercando di diffamare la nostra grande madrepatria.
Come credere ad entrambi contemporaneamente? Si scopre che tutto ciò si adatta ottimamente nella mente del paranoico. La propaganda russa s’è adoperata per convincere il popolo russo che le forze ucraine hanno abbattuto nel Donbass il volo MH17: dalla mattina alla sera, un esperto russo dopo l’altro spiega al pubblico televisivo che l’aereo passeggeri è stato abbattuto da un missile lanciato da un altro aereo, mentre un secondo gruppo di tecnici sostiene che il missile Buk fosse stato sparato da terra e che questo fosse il vero il colpevole, il Buk chiaramente era ucraino, non russo. Tutto ha funzionato: i russi sono convinti.
Ma cavoli, c’è una novità: ora il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve esprimersi per creare un tribunale internazionale per individuare gli autori della tragedia; ma la Russia si oppone! Sembra che Mosca si stia contraddicendo. La Russia ha convinto i propri cittadini che ha tonnellate di prove dell’implicazione ucraina, quindi perché Mosca non supporta che un tribunale condanni l’ovvio colpevole? No, la Russia s’oppone categoricamente, ed usa il suo diritto di veto. Eppure gli spettatori russi non vedono la contraddizione. Mosca sostiene che la colpa è chiaramente dell’Ucraina, ma non può permettere che lo dica un tribunale, sarebbe come ammettere deliberatamente il senso di colpa russo, come sempre. Ognuno, il mondo, tutti sono contro la Russia: vogliono approfondire e studiare il disastro dell’aereo per il solo scopo di umiliare e accusare la Russia. Questa è la tipica logica del paranoide.
Gli individui paranoici portano anche profondi sospetti per quanto riguarda la diagnosi e il trattamento. Ci sono dei metodi e dei farmaci efficaci per il trattamento della paranoia, ma il paziente ritiene che il medico che gli prescrive la cura, il farmaco stesso e anche l’intero campo della psicoterapia, rappresentino un ulteriore tentativo di controllare le loro menti.
Lo stesso vale per le società paranoiche, esse percepiscono il desiderio di essere aiutate come un tentativo di umiliarle e persino di distruggerle.
Allora, qual è la soluzione? Purtroppo, non non ne vedo una.
Gabrielis Bedris
Articolo posto su http://www.javan24.it/news.asp?SelCat=149
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