In Ucraina, dopo quindici mesi di aspri conflitti, alcuni hanno cominciato a sperare che la ragione del primo effettivo cessate il fuoco si sarebbe trasformata in una lunga pace.
Il presidente ucraino Petro Poroshenko, sostiene d’aver lavorato “ogni giorno e notte” in questi 15 mesi, ma di non essere ancora pronto a sognare. “Questa non è la fine della guerra, ma piuttosto un cambiamento di tattica – ha sospirato il presidente a un gruppo di giornalisti in una rara intervista privata – sappiamo dove i russi e i loro delegati nascondono le loro armi, i loro carri armati e la loro artiglieria. Per ora l’ordine di cessare il fuoco è stato dato, ma per quanto tempo?”.
Nonostante il cessate il fuoco stia tenendo da due settimane, non sono ancora state soddisfatte le altre condizioni del contratto di Minsk di febbraio. Nel frattempo l’Ucraina, spiega il presidente, ha elaborato in collaborazione con i suoi partner occidentali, le proprie “linee rosse”. Tra queste c’è il pieno e immediato accesso degli osservatori internazionali alle aree controllate dai ribelli, ha spiegato il signor Poroshenko. La mancata consegna di questa condizione avrebbe “messo l’intero piano di pace a rischio”, con conseguenze evidenti e nuove sanzioni alla parte russa. Il signor Poroshenko è fermamente convinto che le elezioni “false” nelle aree controllate dai separatisti, attualmente previste per ottobre e novembre, peschino una tale risposta.
Un’altra “linea rossa” ucraina è il rilascio di 11 prigionieri “politici” ucraini, attualmente detenuti nelle prigioni russe. Solo due settimane fa, il regista della Crimea, Oleg Sentsov, durante un processo molto dubbio, è stato condannato ad una pena detentiva di 23 anni per “attività terroristiche”. Poroshenko ha affermato che i soli crimini del signor Sentsov fossero “di essere ucraino” e “di essere fiero d’esserlo”.
Durante il fine settimana, s’è saputo dal negoziatore di ostaggi Vladimir Ruban, che i russi hanno offerto di scambiare l’onorevole Sentsov, e il suo co-imputato, Alexander Kolchenko, con i due militari russi catturati dall’esercito ucraino vicino a Lugansk nel mese di luglio. Quando è stata posta la questione al presidente ucraino, ha negato l’esistenza dell’offerta, aggiungendo che fosse sbagliato equiparare “disarmati, innocenti eroi ucraini” con “soldati aggressori armati” catturati sul suolo ucraino. Forse Poroshenko potrebbe essere in attesa di un momento più opportuno per lo scambio dei soldati.
Non c’è una comunicazione diplomatica diretta ufficiale tra la Russia e l’Ucraina; invece, i principali canali di negoziato rimangono gli incontri a quattro vie, organizzati in concomitanza con i mediatori francesi e tedeschi. La prossima riunione dei capo di Stato è prevista per il 2 ottobre.
Alcuni report suggeriscono che Putin avesse iniziato a prendere un tono più morbido nelle telefonate, ma il signor Poroshenko ha respinto ogni ipotesi di migliorati rapporti personali e professionali diplomatici. “Non ci potranno mai essere relazioni amichevoli mentre i soldati e i civili ucraini vengono uccisi dalle armi russe – ha chiarito – L’Ucraina ha attuato ogni piccola parte degli accordi di Minsk, la Russia è solo agli inizi”.
In realtà, l’Ucraina deve ancora soddisfare le disposizioni più controverse di Minsk, come ristabilire relazioni finanziarie con i territori separatisti; mentre i tentativi all’inizio di questo mese, di passare gli emendamenti costituzionali per dare più poteri ai separatisti filo russi a est, in linea con Minsk, si sono conclusi in modo esplosivo quando una granata è stata lanciata contro la polizia che picchettava il parlamento: tre guardie nazionali sono state uccise, e altre 138 ferite.
Il signor Poroshenko afferma che elementi filo-russi avessero operato e progettato la violenza del 31 agosto accanto agli “oligarchi locali ostili”. “Sappiamo che 1.100 dei 1.500 che protestavano davanti al parlamento sono stati trasportati in autobus”. L’attacco rappresenta un “cambiamento di tattica russa”, sta facendo perno lontano dal fronte orientale in direzione della stessa Kiev. Il presidente si dice certo che la Russia stia cercando di destabilizzare l’Ucraina “dal di dentro”.
La minaccia più grande per l’Ucraina non proviene dalla Russia, ma dagli oligarchi del Paese, sostiene il signor Poroshenko. Mentre una delle sue promesse elettorali è di temperare il potere degli oligarchi che non vogliono minimamente cedere i propri beni; spiega che il mercato “non è pronto” per accettare la vendita e insiste nello spiegare che il suo governo sta intraprendendo un “serio tentativo” per limitare il controllo degli oligarchi.
Durante il fine settimana, un suo alleato, il governatore della regione di Odessa, Mikheil Saakashvili, è andato oltre, e ha suggerito che un piccolo numero di oligarchi ora effettivamente “possiedono e gestiscono un governo ombra in Ucraina”. Durante i diversi attacchi della scorsa settimana, Saakashvili ha anche creato una tempesta, quando ha collegato il primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk a “tentativi d’ostacolare le riforme” e “agisce nell’interesse degli oligarchi”. Poroshenko ha rifiutato di commentare le accuse, ma ha osservato che il signor Saakashvili ha il suo appoggio.
Lo stile e le modalità della lotta contro la corruzione di Saakashvili, si è rivelato popolare, ci sono state speculazioni, che il presidente potrebbe invitare il nativo della Georgia a sostituire il sempre più impopolare signor Yatsenyuk. Dalla saggezza ricevuta, il presidente è improbabile che nomini un riformatore anticonformista, viste le problematiche legate alle elezioni locali. Ciò nonostante, la petizione online, che sta chiedendo Saakashvili come primo ministro, ha già raccolto il sostegno di circa 26.000 ucraini.
– Così il signor Poroshenko vede il governatore di cappa e spada come un futuro primo ministro? “Assolutamente, lui potrebbe fare un grande primo ministro – sorride il presidente – della Georgia”.

Gabrielis Bedris

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